venerdì 30 gennaio 2009

La valutazione nella formazione

Negli ultimi anni il tema della valutazione è risultato sempre più emergente in Italia; si sono infatti moltiplicati i contributi su questa tematica a cui la nostra cultura non si era mai particolarmente appassionata. In particolare è chiaramente evidente come tale interesse, e conseguente prassi, si stia sviluppando all’interno delle strutture che utilizzano come risorsa i finanziamenti comunitari europei. La possibilità di progettare strumenti valutativi in grado di supportare il processo decisionale nel campo della elaborazione e della realizzazione di offerte formative ha favorito la progressiva attenzione verso questi sistemi.Nello specifico l'analisi valutativa si propone di garantire la conoscenza specifica degli elementi coinvolti nell’intervento, così da ridurre i margini di incertezza entro cui le decisioni debbono essere prese. Ci si trova di fronte ad un tipo di analisi fortemente protesa verso i punti di vista degli attori implicati nelle decisioni, in cui i sistemi utilizzati non si delineano assolutamente come strumenti di tipo statistico o meramente descrittivo dei fenomeni di interesse, ma che invece manifestano un forte orientamento alle esigenze del decisore, tecnico o politico che sia. Valutare significa innanzitutto essere capaci di controllare l’aderenza, la coerenza e la congruità di quanto definito nel disegno progettuale e l’efficacia di quanto concretamente realizzato. La valutazione è un’attività di rilevanza strategica poiché strettamente collegata all’intero processo progettuale.Tuttavia, è necessario fare una distinzione importante. Quando si parla di valutazione, ovvero della formulazione di un giudizio, in generale, ci si riferisce alla valutazione dei risultati (output) o alla valutazione ex post (outcome), ovvero a stime che si collocano a valle di un’azione o di un intervento e che hanno la finalità di esprimere giudizi in merito all’efficacia o all’efficienza dell’azione stessa e tale affermazione vale indipendentemente dal contenuto dell’azione.Si tratta, in altri termini, di una valutazione che, in quanto tale, non condiziona la scelta dell’azione stessa (già avvenuta in precedenza) e che, per le metodologie e gli strumenti utilizzati, tende a riportare il successo o meno dell’intervento valutato a variabili esterne al processo di programmazione e di attuazione dell’intervento in questione. All’interno delle singole aree della progettazione di un intervento formativo la valutazione assume un suo valore e acquista massima centralità in correlazione con tutti i processi e con tutte le attività avviate nelle fasi di preparazione, della realizzazione del progetto e dei risultati ottenuti. Lo scopo della valutazione non è soltanto quello di rivisitare i risultati di progetto in rapporto alle aspettative pianificate, ma anche quello di utilizzare e valorizzare al massimo l’esperienza acquisita al fine di migliorare l’efficacia e l’impatto dei risultati anche sul design dei progetti futuri.Partendo dall’assunto - ormai quasi unanimemente condiviso - che già in sede di progettazione devono essere chiaramente indicate le finalità, i tempi e le modalità della valutazione, occorre qui definire ed indicare quali saranno gli elementi che saranno valutati, quali le risorse disponibili, i tempi e i metodi che saranno applicati per effettuarle. L’idea da assumere come riferimento concepisce la valutazione non come semplice misurazione conclusiva (cioè da effettuarsi alla fine di ogni modulo e a fine corso) di capacità, conoscenze, ecc., ma come processo che accompagna le diverse fasi della progettazione e della attuazione del progetto e delle sue singole fasi.Tradizionalmente questa attività si realizza in tre stadi (valutazione ex-ante, valutazione in itinere, valutazione ex–post) che sono strettamente correlati tra loro e che contengono i criteri e gli indicatori di qualità espressi predisposti in fase di progettazione dei sistemi di valutazione .Operativamente possiamo dire che il processo di valutazione si avvale di strumentazioni tecniche e concettuali che identificano:
la rispondenza del progetto ai bisogni rilevati
la pertinenza dei contenuti espressi
la fondatezza delle ipotesi progettuali
la fattibilità e la riproducibilità delle prassi impiegate
l’attendibilità e l’utilizzo delle informazioni raccolte
la coerenza delle analisi e degli scopi prefissati
l’efficacia dei risultati ottenuti in termini di impatto e trasferibilità
L’efficienza dei processi realizzatiDal punto di vista operativo, un impianto di valutazione con queste caratteristiche deve essere strutturato in tre fasi o tempi di realizzazione:
una valutazione ex ante o preventiva (da collocare cioè prima della realizzazione delle azioni e/o dei corsi), contenente la dimostrazione di come i progetti riescano a soddisfare (cioè sono coerenti, adeguati rispetto a….) i requisiti posti dal committente;
una valutazione in itinere (da attuarsi durante le azioni e/o i corsi) con la precisazione di cosa e come si valuterà, cioè con quale metodologia, strumenti, risorse.
una valutazione finale o ex-post (cioè da collocarsi al termine delle azioni e/o dei corsi), con l’indicazione di cosa si valuterà al termine dell’attività e adottando quali criteri e parametri.In sede di progettazione, occorre indicare come, per ognuna di queste fasi, si procederà dal punto di vista operativo; devono cioè essere esplicitati gli elementi che saranno presi in considerazione per la valutazione e le concrete azioni che si intraprenderanno per dare attuazione ad esse. Non potranno mancare inoltre le informazioni relative alla tipologia degli strumenti che saranno utilizzati e in merito a coloro che avranno il compito di svolgere concretamente la fase di valutazione (risorse umane).Nello specifico della fase ex ante, che rappresenta una sorta di analisi di fattibilità del progetto, occorre indicare come i progetti riescono a soddisfare i criteri di coerenza, adeguatezza e pertinenza rispetto ai requisiti posti dal committente/finanziatore, dimostrando in tal modo di essere nelle condizioni di poter prendere avvio (in tal senso è da intendersi la fattibilità dei progetti).Rispetto alla costruzione del dispositivo per la valutazione in itinere, le azioni che attengono a questa fase sono mirate ad indicare cosa si valuterà in itinere e come lo si valuterà (con quale metodologia, con quali risorse ecc.). Occorre ricordare che gli elementi passibili di valutazione sono molteplici; tra cui:
apprendimenti/prestazione dei Partecipanti;
livello di coinvolgimento nelle azioni formative;
metodologie;
prestazioni dei formatori;
materiali/supporti didattici prodotti;
clima di gruppo;
rispetto dei parametri progettuali (anche economico/amministrativi);
livello/qualità delle relazioni (formatori, partecipanti, tutor, coordinatori, altri).Le azioni da compiere potranno pertanto riguardare alcuni o tutti gli elementi sopra indicati.Per quanto riguarda la Costruzione dell’ultimo dispositivo, ovvero quello relativo alla valutazione finale, occorre sempre specificare chiaramente cosa si valuterà al termine della attività, oltre ai criteri o parametri che si intendono utilizzare . Anche in questo caso gli elementi oggetto di questa valutazione finale possono essere molteplici. Si può decidere di rendere oggetto di valutazione:
grado di raggiungimento, da parte dei partecipanti, degli obiettivi didattici e formativi;
la “trasferibilità” delle abilità acquisite nel contesto di lavoro;
l’impiego della risorse coinvolte nell’intervento ;
le modifiche di Condizione/stato/comportamento individuale;
i risultati conseguiti complessivamente rispetto alle attese degli sponsor o committenti;
la qualità complessiva della formazione erogata;
la gestione economica-finanziaria dei progetti;le prestazioni dei docenti e del personale incaricato sui progetti;
le stesse progettazioni di riferimento.Vale la pena infine di ribadire che ”…questa particolare suddivisione dell’evento complesso consente di verificare il risultato finale (valutazione) come conseguenza di singoli risultati parziali (monitoraggio) più facili da controllare; permette anche, qualora questi ultimi si discostino dal programma, di valutare le conseguenze che quelle situazioni apporterebbero al risultato finale. Si introduce così, automaticamente, anche il concetto di controllo cibernetico (feed-back)…”. Gli interventi di formazione professionale in genere procedono dalla particolarità dei casi che li motivano e si confrontano con i problemi di generalizzazione e di modello degli interventi. Nonostante la radice “locale” o, meglio, proprio in forza del loro proporsi in un contesto determinato (MdL territoriale, bacino, comprensorio, azienda, ecc.) e per utenze molto diverse tra loro (giovani, adulti, extracomunitari, diplomati, non diplomati,ecc.), le azioni formative richiedono una progettualità che vada oltre il piano della “didattica”, che si realizzi a partire dall’accertamento delle ragioni del servizio formativo (motivazioni, finalità, obiettivi, condizioni, strumenti, valutazione, ecc.) e ricerchi con puntualità l’efficacia e l’efficienza del singolo intervento.

Fonte: "La valutazione nella formazione", tratto in data 11-03-2005 da Obiettivo Psicologia. Formazione, lavoro e aggiornamento per psicologihttp://www.opsonline.it/index.php?m=show&id=1639





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